CEO donne in Italia e nel mondo a confronto

Negli ultimi anni, il ruolo delle donne nei vertici aziendali ha visto progressi, ma la strada verso la parità di genere resta piena di ostacoli. In Italia, come in molti altri paesi, la presenza femminile nei ruoli di leadership è cresciuta. Questo però con un ritmo ancora troppo lento e con una rappresentazione disomogenea nei diversi livelli aziendali. In questo articolo analizziamo la situazione delle donne CEO in Italia e nel mondo. Questo utilizzando dati recenti per evidenziare quanto sia ancora complesso il cammino verso una reale parità di genere.

Donne CEO in Italia: dati fuorvianti

Secondo i dati di Grant Thornton, tra il 2022 e il 2023 la percentuale di CEO donne in Italia è aumentata dal 20% al 24%. Questo dato, tuttavia, può risultare fuorviante se non viene contestualizzato. Sebbene sembri indicare un progresso significativo, la realtà è molto più complessa.

Infatti, il report Deloitte ci aiuta a capire come questi numeri vadano interpretati con cautela, soprattutto quando si considerano le grandi aziende. Il dato del 24% si riferisce infatti principalmente a piccole e medie imprese (PMI), dove storicamente è più facile trovare donne in ruoli di leadership. Tuttavia, se ci concentriamo sulle grandi imprese, che hanno un impatto economico maggiore e una maggiore visibilità, la situazione è molto diversa. 

Analizziamo i dati

Nelle prime 50 aziende quotate in Italia, secondo uno studio dell’Università Bocconi, non c’è alcuna donna che ricopra il ruolo di CEO. Questo dato è in linea con la tendenza globale evidenziata dal rapporto Deloitte, dove a livello mondiale solo il 6% delle posizioni di CEO è occupato da donne

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Un altro aspetto rilevante è che la crescita della presenza femminile ai vertici aziendali non è distribuita in modo uniforme nei vari settori economici. In Italia, così come in altri paesi europei, le donne sono più rappresentate in settori come i servizi finanziari. Sono invece quasi assenti nei settori tradizionalmente dominati dagli uomini, come l’energia e le infrastrutture​.

Anche le previsioni sulla parità di genere nei ruoli di leadership sono allarmanti. Secondo Deloitte, al ritmo attuale, a livello globale si prevede che la parità nei ruoli di CEO non sarà raggiunta prima del 2111, quasi un secolo da oggi. In Italia, dove le donne nei ruoli esecutivi chiave sono ancora molto poche, si può supporre che il raggiungimento della parità richiederà tempi altrettanto lunghi, se non di più.

In conclusione, il dato del 24% di donne CEO in Italia, benché positivo, non riflette la realtà delle grandi aziende, dove le donne sono ancora ampiamente sottorappresentate. È importante continuare a lavorare su misure che aumentino la presenza femminile non solo nelle PMI, ma anche e soprattutto nelle grandi aziende e nei settori ad alta rilevanza economica.

La crescita del senior management femminile

Grant Thornton ha inoltre rilevato un aumento della quota di donne nel senior management, passata dal 30% al 34% nel 2023. Anche in questo caso, i numeri nascondono una realtà più complessa. Se consideriamo le 50 maggiori aziende quotate in Italia, solo il 13,7% delle posizioni di C-level e il 10% dei CFO sono occupati da donne. Anche se la presenza femminile nel senior management è aumentata, la presenza nei ruoli esecutivi chiave è ancora estremamente limitata.

A livello globale, il rapporto di Deloitte evidenzia che solo il 17,6% dei CFO sono donne, quasi il triplo rispetto ai CEO, ma comunque molto inferiore rispetto a una parità desiderata. Questo divario riflette una maggiore predisposizione a promuovere le donne in ruoli di CFO rispetto a quelli di CEO. Come confermato dalle analisi che mostrano come le donne vengano spesso promosse in base alla performance, mentre gli uomini vengono promossi sulla base del potenziale.

Il tetto di cristallo: una barriera ancora difficile da rompere

I numeri raccontano una realtà difficile da ignorare: il tetto di cristallo, quella barriera invisibile che impedisce alle donne di raggiungere i livelli più alti nelle organizzazioni, è ancora molto presente. Nonostante i progressi visibili a livello di CdA, come dimostrato dall’aumento della presenza femminile in tali ruoli (passata a livello globale al 23,3% nel 2023), la realtà dei ruoli apicali è diversa. Nelle prime 50 aziende quotate, nessuna donna ricopre il ruolo di CEO, e solo l’8,4% delle donne a livello mondiale ricopre la carica di presidente di un CdA.

Questa disparità è particolarmente evidente se si confronta il dato italiano con quello globale. In Italia, la legge Golfo-Mosca ha portato ad aumenti significativi della rappresentanza femminile nei CdA. Nonostante questo nelle posizioni esecutive di rilievo come CEO o presidente di CdA, le donne rimangono ampiamente sottorappresentate. I dati globali di Deloitte confermano che le donne CEO sono una netta minoranza e che per raggiungere la parità nei ruoli di presidente dei CdA si dovrà aspettare fino al 2073.

Un confronto con il resto del mondo

Il quadro italiano non è molto diverso da quello globale. A livello internazionale, le donne occupano meno del 25% dei posti nei consigli di amministrazione, con una quota maggiore nei paesi che hanno implementato quote di genere obbligatorie, come la Francia (44%) e l’Italia (40,4%). 

Tuttavia, anche in paesi con forti politiche di genere, il numero di donne CEO rimane basso. In Norvegia, ad esempio, che ha introdotto le quote già nel 2005, solo il 13% delle donne nei CdA ricopre il ruolo di presidente, un dato che riflette la complessità del raggiungimento della parità nei ruoli di leadership più elevati.

Prospettive future: necessità di maggiori interventi

Le leggi sulle quote di genere, come la Legge Golfo-Mosca in Italia, hanno chiaramente avuto un impatto positivo nell’aumentare la presenza femminile nei CdA. Tuttavia, non sono sufficienti a garantire una parità effettiva nei ruoli esecutivi. 

Come dimostrato dai dati Deloitte, il raggiungimento della parità nelle posizioni di leadership richiede molto più che semplici leggi. Sono necessari interventi strutturali che coinvolgano programmi di sviluppo e mentorship, oltre a un cambiamento culturale che riconosca il valore della diversità di genere.

In particolare, le aziende devono adottare una visione a lungo termine che favorisca l’avanzamento delle donne anche nei ruoli di CEO e CFO. Il report Deloitte suggerisce che senza un impegno attivo da parte di governi, aziende e investitori, la parità di genere ai vertici delle aziende potrebbe rimanere un miraggio per molti decenni.

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