Previdenza complementare: cos’è, come funziona e da dove iniziare

Il momento migliore per pensare alla pensione era ieri, il secondo è oggi.

Quando si parla di futuro, il tempo è l’alleato più prezioso: usarlo bene significa guadagnare margine per scegliere con calma, prepararsi con lucidità e arrivare agli anni della pensione senza quella sensazione di corsa affannata dell’ultimo minuto. E non è un discorso che riguarda solo chi la vede all’orizzonte: è proprio quando sembra lontanissima che si ha la possibilità di costruirla con più leggerezza e libertà.

In montagna, chi conosce il sentiero sa che per arrivare in vetta senza fiato corto non serve scattare alla partenza, ma avere l’equipaggiamento giusto, dosare le energie e trovare il proprio passo. Con la pensione funziona allo stesso modo: non è questione di fretta, ma di scegliere per tempo lo strumento giusto e di usarlo con costanza, così ogni tappa diventa più sicura e la salita meno ripida.

Cos’è la previdenza complementare e perché esiste

Oggi è chiaro a molti: la pensione statale, da sola, difficilmente riuscirà a garantire lo stesso tenore di vita che abbiamo durante gli anni di lavoro. In media, copre appena il 50-60% dell’ultimo stipendio, e questo significa che, per continuare a vivere come siamo abituati, serve qualcosa in più — una sorta di “equipaggiamento extra” che ci protegga dagli imprevisti e colmi le inevitabili mancanze.

I dati Covip lo confermano: il cosiddetto “tasso di sostituzione” — cioè il rapporto tra la pensione e l’ultimo stipendio percepito — tenderà a scendere nei prossimi anni. Il motivo è semplice: viviamo più a lungo, ma ci sono meno lavoratori per ogni pensionato. È un equilibrio che, senza un’integrazione, rischia di lasciarci con un reddito troppo basso per affrontare con serenità gli anni della pensione.

E qui entra in gioco la previdenza complementare: un sistema di risparmio volontario che si affianca alla pensione pubblica, pensato proprio per colmare quel divario tra ciò che riceveremo dallo Stato e ciò che ci serve davvero per mantenere le nostre abitudini, senza rinunciare alla sicurezza e alla libertà.

Come funziona la previdenza complementare

Il meccanismo è chiaro: versi contributi, a cui può aggiungersi il TFR e, in certi casi, un contributo del datore di lavoro. Questi versamenti vengono investiti secondo una linea scelta in base ai tuoi obiettivi e alla tua tolleranza al rischio.

Le principali tipologie di fondi sono tre:

  • Fondi pensione negoziali, creati per specifiche categorie di lavoratori e accessibili solo agli appartenenti a quella categoria. Generalmente hanno costi contenuti e condizioni definite da accordi collettivi.
  • Fondi pensione aperti, disponibili per chiunque, indipendentemente dal settore in cui lavora, e con maggiore libertà di adesione, anche se con costi variabili.
  • PIP (Piani Individuali Pensionistici), prodotti assicurativi che permettono di costruire una pensione integrativa in modo individuale. Sono accessibili a tutti, ma in genere presentano costi più elevati rispetto alle altre soluzioni, perché includono spesso anche coperture assicurative accessorie.

In tutti i casi, il capitale viene gestito in modo vigilato e trasparente, con un conto individuale dove confluiscono i tuoi versamenti e dove maturano i rendimenti della linea scelta.

I vantaggi di scegliere la previdenza complementare

Previdenza complementare non significa solo “mettere da parte soldi”: è un modo concreto per costruire sicurezza passo dopo passo. Prima di tutto, conviene verificare se esiste un fondo negoziale. Questi fondi, riservati a specifiche categorie di lavoratori, permettono al datore di lavoro di versare contributi aggiuntivi e hanno generalmente costi di gestione inferiori rispetto ad altre forme di previdenza. Se hai accesso a un fondo negoziale, questa può essere la scelta più vantaggiosa per partire con il piede giusto.

Anche se non tutti possono accedere a un fondo negoziale, la previdenza complementare rimane utile: ti permette di integrare la pensione pubblica e di proteggere il tuo tenore di vita. I principali vantaggi includono:

  • Agevolazioni fiscali: puoi dedurre dal reddito fino a 5.164,57 euro l’anno, riducendo subito le imposte.
  • Flessibilità: in caso di imprevisti seri — una spesa medica importante o l’acquisto della prima casa — puoi chiedere un’anticipazione del capitale accumulato.
  • Controllo e personalizzazione: puoi scegliere come investire i tuoi contributi in base al tuo profilo e ai tuoi progetti di vita, monitorando costi e rendimenti.

Come scegliere il percorso di previdenza complementare giusto per te 

Non esiste un piano universale, perché ognuno di noi ha obiettivi, tempi e priorità diverse. Ti propongo tre passi fondamentali possono aiutarti a scegliere il percorso giusto:

1. Parti dal tuo passo – capire quanto versare e quando iniziare

In montagna, partire troppo forte rischia di lasciarti senza fiato dopo pochi metri, mentre partire troppo piano può farti accumulare ritardo. Con la previdenza complementare funziona allo stesso modo: non serve versare subito cifre elevate, ma è fondamentale iniziare.

Scegli un importo che ti permetta di muoverti con tranquillità, senza pesare troppo sul tuo bilancio. L’importante è prendere l’abitudine e mantenere la costanza nel tempo. 

Inizia con una cifra che non pesi troppo sul tuo bilancio mensile, e ricorda che potrai sempre aumentarla in futuro. Se vuoi imparare a organizzare il tuo budget mensile puoi scaricare gratuitamente il mio foglio budgeting, uno strumento utile e concreto che ti aiuterà a organizzare le tue entrate e le tue uscite.

2. Scegli il sentiero giusto – la linea di investimento adatta al tuo profilo

Ogni escursionista sa che ci sono sentieri brevi e ripidi, e percorsi più lunghi ma meno impegnativi. Nella previdenza complementare, questa scelta si traduce nella linea di investimento.

Alcune linee sono più dinamiche e flessibili, altre più stabili e conservative. La scelta giusta non è uguale per tutti: dipende dal tuo profilo di rischio, dai tuoi obiettivi e da quanto ti senti sereno nel prendere decisioni. Non lasciarti influenzare dagli altri: il percorso di ciascuno è unico, così come il tuo.

3. Controlla la mappa – monitorare costi, rendimenti e andamento del piano

Anche quando il sentiero sembra sicuro, ogni buon escursionista sa che fermarsi di tanto in tanto a guardare la mappa aiuta a non perdersi. Con la previdenza complementare, questo significa controllare periodicamente il fondo, valutare i costi e verificare se tutto è ancora coerente con i tuoi obiettivi.

La vita cambia – e così anche il tuo sentiero. Fare piccole correzioni di rotta può fare una grande differenza sul traguardo finale.

Torno alla metafora della montagna, perché è lì che questo percorso trova il suo senso: cammini, magari con qualche dubbio e con la tentazione di fermarti, ma continui a salire; e quando finalmente arrivi in cima, ti volti indietro e capisci che ogni passo, ogni scelta fatta in anticipo, ti ha portato lì.

Lo stesso accade con la previdenza complementare: se pianifichi con attenzione e se scegli uno strumento adatto a te, il futuro diventa meno incerto e più sereno. E la soddisfazione di arrivarci preparato, con le tue forze, non ha prezzo.

Se oggi senti di voler iniziare questo percorso ma non sai esattamente quale direzione prendere, ricorda che non devi farlo in autonomia. La mia consulenza gratuita è il primo passo per analizzare la tua situazione, capire le tue esigenze e scegliere il sentiero più adatto a te.

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